«Tredici pagine per la morte della povera Giulia. E mezza notizia per il medico, sempre donna, uccisa a Reggio. Tredici pagine di pippe sociologiche sull”affettività, sul patriarcato: cioè spiegatemi è colpa del padre di Giulia. (…). Solo “Libero” si premura di citare le statistiche: 73 femminicidi e in calo rispetto agli anni precedenti e tra gli ultimi in Europa» (Zuppa di Porro, 20.11.23). Giornalisti: se li conosci, li eviti.
“GIULIA”
Ricordate la povera donna veneta di 41 anni che voleva abortire ma è stata rifiutata da ben 23 ospedali? Impossibile mancare la notizia, ne avevano parlato, scandalizzati, i maggiori quotidiani. Scrive Costanza Miriano nel suo blog: «I magistrati che hanno indagato sulla denuncia della Cgil, il procuratore aggiunto Valeria Sanzani e il comandante dei Nas, Marco Passarelli, hanno concluso che le tante telefonate la donna le ha fatte in preda a uno “stato di ansiaâ€, e che nessun ospedale l’ha respinta (…). Ha fatto la visita una settimana dopo e ha abortito tre settimane dopo, nel pieno rispetto dei termini della 194». Gli scandalizzati di cui sopra? Zitti e mosca. E la guerra alle fake news? Seeeh!
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