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GOTTITEDESCHI

Domanda a Ettore Gotti Tedeschi: «Nell’elenco dei 62 (ora 68) il nome più noto è il tuo. E’ ovvio che tutti i fulmini si siano scaricati su di te (es.: non sei in comunione col papa…). Se lo sapevi, come mai hai firmato?». Risposta: «Ho firmato il documento che implora il Santo Padre di prevenire il rischio di errori ed eresie perché credo che il luogo più caldo dell’Inferno sia riservato a coloro che, in tempi di grandi crisi morali, si mantengono prudentemente neutrali».

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GOTTITEDESCHI

E così il mio amico Ettore Gotti Tedeschi è stato completamente scagionato dal tribunale (civile) riguardo alla tragicomica vicenda dello Ior, di cui era presidente e dal quale era stato cacciato praticamente a pedate. Io glielo avevo detto di non mischiarsi coi preti perché c’è sempre da rimetterci, ma lui, miglior cattolico di me, niente. E ora? Posso solo dargli un altro avvertimento, sicuro che non baderà neanche a questo: da quelle parti nessuno paga mai per le sue castronerie. Il metodo è sempre stato il seguente: a) uno fa una cappellata, b) per non creare scandalo tra i fedeli si cerca di stenderci sopra il mantello di Noè, c) la pezza si rivela peggiore del buco, d) se ne mette un’altra sopra la prima, e) lo strappo, viceversa, diventa troppo vistoso, f) a furia di rammendi e toppe si crea qualcosa di incontrollabile che abbisogna di una tale trama di rammendi e toppe da indurre a scaricare il tutto sui successori, g) questi si trovano con una patata ormai ingestibile che non hanno bollito loro, h) non hanno alternative che lasciarla in eredità a chi verrà dopo, i) e così via. Il cosiddetto terzo segreto di Fatima insegna: se lo sono rimbalzati per quasi settant’anni e alla fine, quando si sono decisi a rivelarlo, era così strampalato che nessuno ci ha creduto.

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Fra le pratiche che prima o poi papa Bergoglio dovrà aprire per mettervi mano c’è quella dello Ior, Istituto Opere Religiose, la cosiddetta banca vaticana. Fu già gloriosa, come quando, ai tempi di Pio XII, dette riparo alle offerte che Padre Pio riceveva da tutto il mondo per la sua Casa Sollievo della Sofferenza e sulle quali l’allora disastrato ordine dei cappuccini (messo sul lastrico dal coinvolgimento nello «scandalo Giuffrè») voleva allungare le mani. Oggi, da più parti se ne invoca un ripensamento e c’è addirittura chi si chiede se davvero il Vaticano abbia bisogno di una banca. Qualunque cosa decida di fare il nuovo papa, non sarebbe male se prendesse in considerazione una qualche forma di risarcimento, anche simbolica, per Ettore Gotti Tedeschi, prima chiamato alla presidenza dello Ior e poi cacciato a pedate con toni degni di miglior causa. L’unica vittima di quel malaugurato “affaire” si è vista, da quel momento, tutte le porte clericali chiuse in faccia, e il suo prestigio di banchiere internazionale cattolico fortemente menomato. Già: uno dei pochi banchieri dichiaratamente cattolici in circolazione liquidato proprio dal Vaticano… Eh, mai fidarsi dei preti.