«Era il 2015 quando la formazione politica indiana, Shiv Sena, importante partito induista alleato del Bharatiya Janata Party (Bjp), promosse la pianificazione familiare dei musulmani in India, che altrimenti avrebbe “superato quella del Pakistan o dell’Indonesia”, avvertivano.(…). In quelle settimane, il vicepresidente del partito nazionalista induista Mahasabha, Sadhvi Deva Thakur, chiedeva formalmente – e in maniera esplicita – la sterilizzazione di cattolici e musulmani». (R. Miranda, Formiche.net, 1.9.21).
In effetti, nella cultura indù il problema della dote delle figlie femmine è centrale, per cui l’aborto selettivo frena la demografia. I cattolici? Quattro gatti. Non così i musulmani, per i quali la sterilità (della donna) è valido motivo di ripudio.

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