liberazione

LIBERAZIONE

La donna ringrazi, per la sua “liberazione”, le seguenti trovate del capitalismo: la lavatrice, la lavapiatti, la cucina a gas, l’impastatrice, il frigorifero. Potremmo aggiungere il cibo surgelato e la pillola anticoncezionale (ma l’elenco è lungo). Il bieco capitalismo, per giunta, ha messo tutto ciò alla portata di tutti. Ed è grazie ad esso che è finita la vecchia e triste abitudine sociale consistente, per i poveri, nell’andare a guardare –da dietro i cancelli o i vetri- i ricchi che mangiavano. Scene del genere le ho viste io stesso da bambino. E non nei documentari sul Biafra, bensì in Italia. Per quanto riguarda la “liberazione” della donna, infine, né ideologi, né femministi né radicali avrebbero potuto nulla senza le invenzioni tecnologiche del vituperato capitalismo. Gli abbaiatori di professione sono venuti dopo.

LIBERAZIONE

Nel Settantesimo della Liberazione, a furia di vedere film e documentari, riflettevo: l’Italia, profilandosi la mala parata, scelse di passare con gli americani perché non voleva farsi comandare dai tedeschi. Come leadership, meglio gli americani, certo. Oggi gli americani comandano sull’Occidente. E i tedeschi sull’Europa. E pensare che il nostro inno nazionale se la prende con l’Austria…