pride

PRIDE

Pride: “…da difendere in realtà c’è la filiera delle imprese commerciali, dell’organizzazione di eventi, del merchandising arcobaleno, della penetrazione nelle scuole, volentieri al limite della legge. I capi e capetti delle delegazioni pride sono tutti coinvolti nel business, ed è un affare che muove milioni: per pochi” (Il Barista, 30.6.25).

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Leggo l’elenco dei GayPride programmati dall’11 maggio (Vercelli) al 14 settembre (Novara). Tutti i giorni, anche più d’uno al giorno (il 15 giugno, per esempio, ce ne sono otto), praticamente in tutte le città d’Italia. Leggo su GenderWatch (La Nuova Bussola Quotidiana dell’11 maggio 2019) che l’elenco è per giunta parziale, perché ancora in fieri (per ora sono quaranta). Cortei, più film, incontri, conferenze, spettacoli, dibattiti. Mi chiedo: ma quanti sono i marciatori in Italia? O si tratta di «villaggi Potemkin»? E chi paga? Boh.