«Un Bilancio in Rosso. La mattina del –mi pare- 26 settembre 1892 (data molto approssimativa: non ho mai avuto gran dimestichezza con gli anni), al tempo in cui felicemente regnava la sua graziosa maestà la regina Vittoria di Sassonia-Coburgo (a proposito della quale, essendo ormai morta da un pezzo, mi sento autorizzato a dire oggi una cosa che, con rispetto parlando, avevo sul gozzo da un po’, e cioè che quel tappo di damigiana non era affatto graziosa e rischiò di farci perdere più volte la faccia negli ultimi anni di fronte al mondo per via di certe sue manie), dicevo comunque che quella mattina ero intento a fare il conto della serva, cioè stavo alle prese con le fatture e le bollette da pagare. Debiti che rischiavano di travolgerci, me e il mio amico Holmes, dal momento che, a furia di seguirlo nelle sue avventure, la mia professione di medico era tale solo in virtù della targa sulle scale del 221 B di Baker Street; e poi quel suo maledetto vizio della morfina, che alternava o miscelava con l’ancora più costosa cocaina quando non aveva casi “all’altezza del suo cervello” da risolvere, stava mandando in rovina l’economia del nostro sodalizio». Questo è l’incipit del mio Sherlock Holmes e il misterioso caso di Ippolito Nievo (San Paolo), del quale sono rimaste poche copie, in vendita presso info@libreriasangiorgio.it ai primi che riusciranno ad aggiudicarsele.