Il 3 settembre 2009, sul settimanale «Tempi», Rodolfo Casadei ha intervistato Edwad Green, già professore ad Harvard e messo alla porta per le sue posizioni a proposito di Aids. Estraggo alcune frasi. «Il modello dei programmi internazionali contro l’Aids è quello dei programmi concepiti negli anni Ottanta negli Stati Uniti: da noi i primi gruppi di popolazione colpiti sono stati gli omosessuali e gli utilizzatori di droga intravena. Gli attivisti gay hanno imposto il punto di vista che chiedere a queste persone di modificare le loro abitudini sessuali equivaleva a esprimere una condanna morale nei loro confronti. Hanno imposto la linea che bisognava combattere l’Aids senza rinunciare alla liberazione sessuale». Ancora: «I due gruppi che storicamente hanno modellato le politiche americane, poi quelle internazionali, in materia di Aids sono stati il movimento gay e le organizzazioni del family planning. (…): entrambi erano ideologicamente liberal, entrambi antireligiosi e in particolare ostili alla Chiesa cattolica, perché la sua dottrina condanna sia l’uso degli anticoncezionali che i rapporti fra persone dello stesso sesso. Parlo con cognizione di causa, perché a quel tempo io facevo parte del secondo gruppo: ero un esperto di social marketing degli anticoncezionali, mi occupavo di strategie per diffondere la contraccezione moderna nel Terzo mondo». Poi, «negli Stati Uniti il movimento assunse subito la posizione che i malati di Aids non dovevano essere stigmatizzati, che non era giusto colpevolizzare le persone per i comportamenti che li avevano portati a contrarre l’infezione». Green parla di «propaganda martellante a favore dell’utilizzo continuativo e perfetto del condom, e nella messa a disposizione di aghi sterili gratuiti ai tossicodipendenti». A portare «nei Caraibi, in Africa, Asia e America latina questa filosofia di lotta all’Aids ci abbiamo pensato noi che lavoravamo nel family planning, e che siamo entrati a far parte massicciamente dei programmi internazionali». Così, anche in Africa «si applica un unico modello di prevenzione dell’Hiv, derivato dall’ideologia della liberazione sessuale per cui si sono battuti i liberal americani. È una vera assurdità antropologica, e infatti in Africa non ha funzionato. Gli unici paesi in cui si segnala una flessione dei tassi di sieropositività sono quelli dove la gente ha ridotto il numero dei partner sessuali e ha praticato la fedeltà di coppia». Green, però, a un certo punto se ne accorse: «I miei primi articoli, scientificamente ineccepibili, sono stati respinti da riviste importanti come Social Science and Medicine e Medical Anthropology. (…) “la verità è che tu odi i condom e hai in testa un’agenda religiosaâ€, mi dicevano. Ma io non sono cristiano e non appartengo ad alcuna chiesa!». La verità è che «la lotta all’Aids è un’industria multimiliardaria che sarebbe messa in pericolo da una strategia così semplice (…); ci si limita alla riduzione del rischio spendendo miliardi di dollari in condom e antiretrovirali sempre più potenti a causa dei ceppi resistenti di Aids che sorgono. Ma è un business che resta molto popolare, perché è agganciato all’idea di “liberazione sessualeâ€Â». V, il celebre film Philadelphia.
il blog di Rino Cammilleri
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