Leggo sul «Giornale» del 15 febbraio 2012 che Sean, figlio del regista americano Oliver Stone, si è convertito all’islam sciita in una moschea di Isfahan, nell’Iran. Ha preso il nome di Sean Ali e ha detto: «Ora mi considero al tempo stesso un ebreo, quale era mio nonno, un cristiano e un musulmano». Né ha intenzione di smettere con le pratiche yoga di meditazione. In effetti, cresciuto nell’antiamericanismo paterno, Sean Ali, «attore e documentarista», non poteva che scegliere l’Iran per la sua opzione. Per quanto riguarda le sue posizioni sincretiste, molto politicamente corrette (in Occidente), staremo a vedere come la prenderanno gli ayatollah. Intanto, pare che lascino un po’ correre, visto che il neofita ha intenzione di «fare film che facciano conoscere agli americani lo spirito umanistico dell’Islam». Per spiegargli bene la dottrina sciita, c’è sempre tempo.