Il solito padre Gheddo, intervistato da Luigi Chiarello su “Italia Oggi” dell’8 novembre 2012, ha parlato del problema africano, dicendo senza mezzi termini che il problema dell’Africa sono gli africani. E ha fatto un esempio, raccontatogli dal suo collega p. Carlo Scapin, missionario in Camerun da decenni: “Non molto tempo fa, un nostro cristiano, che è generoso e aiuta in parrocchia, al mattino ha trovato davanti alla sua porta un uovo rotto, che è segno di morte. Disperazione della famiglia, perché pensano che questa è una minaccia di morte. Vado a dare una benedizione a quella casa con i paramenti sacri più solenni, l’acqua santa, l’incenso, il mio crocifisso di missionario, il libretto delle benedizioni in latino. Erano in molti ad aspettarmi, seduti anche per terra, parenti e vicini di casa. Ho fatto una cerimonia solenne e lunga, con canti, letture in ewondo, benedizioni in latino; poi ho benedetto con l’acqua santa e incensato tutta la casa, ho imposto le mani a tutti i membri della famiglia. Infine ho fatto il mio discorsetto dicendo loro: non abbiate paura, con le mie benedizioni Gesù Cristo è entrato nella vostra casa e nessuno può più mandarlo via, se voi pregate con fede; se avete altri segni negativi, chiamatemi. E tutto per un uovo! Se la cosa fosse andata avanti, quella povera gente, che pure sono fedeli a Cristo e alla Chiesa, sarebbe vissuta nel terrore. I casi di questo genere sono molti e spesso non vengono subito alla Chiesa, ma vanno dal marabut (stregone, ndr) che queste cose le capisce più del prete. Il quale fa i suoi segni misteriosi e dà il responso: accusa il tale o il tal altro di voler male a quella famiglia e incominciano i sospetti, le gelosie, le vendette, una famiglia o due sono distrutte o squassate”.