Cari lettori degli Antidoti, siete numerosi e certo vi farà piacere apprendere che in verità siete molti di più. Tanti, infatti, sono quelli che seguono gli Antidoti con costanza capillare, e rispondono alla newsletter per informarmi del loro netto dissenso. Quelli educati li trovate qui, regolarmente pubblicati e con risposta. Gli altri li ho mandati a quel paese e, dopo, formale diffida, cassati definitivamente. Tuttavia, è incredibile la pazienza con cui insistono a scrivermi. Sempre per ribadire le loro fesserie. E perdono un sacco di tempo e fatica in citazioni, brani evangelici o scritturali, di documenti ecclesiali o degli autori a loro cari. Fissati e fanatici fino all’insulto, spaccano il capello in quattordici per dimostrarmi che io ho torto e loro ragione. Ma chi glielo fa fare? Io non mi sogno nemmeno, di andare per siti a dire la mia. Loro sì. Boh. Di più: dopo essere stati pregati, a volte anche seccamente, di non rompere più le scatole a chi lavora (per me, infatti, tenere gli Antidoti è un lavoro, non uno spasso), continuano imperterriti a ronzare intorno come zanzare e a cercare di punzecchiare, nella speranza di produrre almeno un ematoma. E più li spruzzi di Ddt, più tornano a infastidire. Costringendomi, ogni volta, a cliccare «trash» sul loro commento. Certo, hanno la soddisfazione di sapere che almeno l’ho letto. E’ la stessa soddisfazione che provano quelli che, non riuscendo con donne vere, si consolano con una rivista pornografica. Mica passa loro per la testa che, così facendo, aumentano il mio seguito. Infatti, per un Autore è importante essere letto da quanta più gente possibile. Essere approvato è secondario. Darei chissà cosa per sapere che i miei detrattori si sono comprati i miei libri apposta per detrarli. Ad avercene…