armi

ARMI

Leggo sull’agenzia Corrispondenza Romana (da Il Messaggero.it del giorno di Natale 2015) che in un ospedale di Houston, Texas, stavano espiantando George Pickering colpito da ictus e frettolosamente dichiarato “cerebralmente morto”. Il padre, non convinto, aveva protestato ma vanamente. Allora, da buon texano, aveva puntato la pistola alla tempia ai medici. E’ arrivata la polizia, ma ci sono volute tre ore prima che l’uomo si facesse arrestare. Un tempo sufficiente per mostrare a chi lo ammanettava che il figlio, quando lui lo chiamava, gli stringeva la mano. George si è risvegliato e pare stia bene.

ARMI

Intervistato da Giustino Di Domenico su Aleteia.org del 13 giugno 2014, l’analista dell’Opal (osservatorio permanente armi leggere) di Brescia, Giorgio Beretta, ha detto tra l’altro: ««Il Medio Oriente è la zona nel mondo verso cui (…) è diretta la maggior parte di sistemi militari: nell’ultimo decennio ne sono stati inviati per oltre 51 miliardi di dollari, che rappresentano più del 20 per cento di tutti i trasferimenti mondiali di armamenti. Un quinto di tutti i sistemi militari venduti nel mondo va quindi a finire proprio in Medio Oriente. (…) Gli Stati Uniti sono in assoluto il maggior esportatore di armamenti verso i Paesi mediorientali: nell’ultimo decennio ne hanno inviati per quasi 25 miliardi, cioè praticamente la metà di tutte le forniture di armi al Medio Oriente è di provenienza statunitense. Segue la Russia, ma con cifre quanto mai lontane (circa 5,5 miliardi di dollari) e poi una serie di Paesi dell’Unione europea: la Francia (più di 5 miliardi), la Germania (3,3 miliardi), il Regno Unito (3,1 miliardi) e l’Italia (più di 1 miliardo)». Eh, le cose vanno dove servono…