Non hanno fatto molto rumore le parole di Karol Sikora sul «Daily Mail» del 22 novembre 2007. Eppure si tratta del massimo esperto di tumori d’Inghilterra e di un ex responsabile dell’Oms.
Ha detto, papale papale, che l’Aids «è una malattia in voga e ha attirato troppi finanziamenti a scapito di altre patologie». Già: raccontatelo a quelli che ci hanno mandato col nastrino rosso sul bavero. «Il virus dell’Hiv ha subito un declino nell’ultimo decennio. Il numero di chi convive con la malattia si è ridotto notevolmente».
Anche le nuove infezioni sono «il 40% in meno di quanto fosse stato stimato lo scorso anno». Quasi la metà. Epperò la propaganda non accenna a fermarsi, così come il flusso di denaro che finisce nella ricerca sull’Aids. Eppure -dice Sikora- in Gran Bretagna si hanno ventimila morti all’anno per cancro al seno o alla prostata, un numero infinitamente al di sotto dei morti per Aids. E dove mettiamo (aggiungiamo noi) lo spettacolare revival di malattie credute scomparse, come la tubercolosi e la meningite, altrettanto mortali? Ma Sikora non si ferma: «Anche l’idea che tutti siamo egualmente a rischio si è dimostrata errata.
L’Onu ammette che in gran parte del mondo la malattia si concentra soprattutto fra omosessuali, drogati e prostitute».