Varrebbe la pena di riportarla integralmente, la lettera che Fabio Cavallari, ex di Rifondazione Comunista, ha scritto al settimanale «Tempi» del 5.2.09. Cito: «Nata nel 1991 come Movimento dalle ceneri del Pci, subì la prima scissione nel 1995 ai danni del primo segretario del partito, Sergio Garavini, che se ne andò (…) dando vita al Movimento dei Comunisti Unitari, che nel 1998 confluirà nei Democratici di Sinistra. Nel 1996, dopo il patto di desistenza con l’Ulivo, se ne andrà in solitudine Mara Malavenda che fonderà i Cobas per l’Autorganizzazione. Nel 1998 a lasciare il partito saranno Diliberto, Cossutta e Rizzo che fonderanno il Pdci. (…) nel 2006, capeggiati da Francesco Ricci, un gruppo di militanti fonderà il Partito di Alternativa Comunista. Pochi mesi dopo sarà Marco Ferrando a lasciare il Prc per fondare il Partito Comunista dei Lavoratori, lo seguirà a ruota Luigi Izzo che darà vita all’Associazione Unità Comunista. Non passerà neppure un anno e la corrente interna Sinistra Critica uscirà dal partito per presentarsi da sola alle ultime elezioni. (…) l’ultimo congresso che ha visto il Prc spaccarsi in due (…), gli ex bertinottiani capeggiati da Vendola sotto la bandiera di Rifondazione per la Sinistra (…), taluni rimarranno nel Prc con lo stesso nome della corrente Rifondazione per la Sinistra. Cavallari chiede anche di tenere presenti le correnti interne: l’area di Ernesto Ferrero, Essere Comunisti, Sinistra Comunista, FalceMartello, Controcorrente. Conclude Cavallari: «Qui più che un’analisi politica servirebbe un’analista». Aggiungo io: tutte queste sigle, e le altre della sinistra, trovano, però, immediatamente l’unanimità quando c’è da dare addosso alla Chiesa. Sì, un’analista. E poi l’esorcista.
il blog di Rino Cammilleri
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