“La schiavitù non è qualcosa che permanga nonostante il successo delle tre rivoluzioni liberali; al contrario, essa conosce il suo massimo sviluppo in seguito a tale successo: il totale della popolazione schiava nelle Americhe ammontava a circa 330mila nel 1700, a quasi tre milioni nel 1800, per raggiungere infine il picco degli oltre 6 milioni negli anni ’50 dell’Ottocento. A contribuire in modo decisivo all’ascesa di questo istituto sinonimo di potere assoluto dell’uomo sull’uomo è il mondo liberale. A metà del Settecento è la Gran Bretagna a possedere il maggior numero di schiavi (878mila). (…) A occupare il secondo posto è il Portogallo, (…) che però è sua volta una sorta di semicolonia della Gran Bretagna”. (cfr. Domenico Losurdo, “Controstoria del liberalismo”, Laterza, p. 37).