L’autore cura, da più di dieci anni, una rubrica quotidiana, molto seguita, sul quotidiano «Il Giornale». Si tratta de «Il santo del giorno». Con stile vivace, moderno e “laicoâ€, ogni giorno viene presentata una figura sempre diversa di santo o beato.Â
Grazie al cielo sono davvero tanti e, i più, perfettamente sconosciuti al grande pubblico. Eppure, ciascuno di loro ha qualcosa di attuale, anche perché gli uomini sono sempre gli stessi e così i loro problemi. Per molti lettori si tratta anche di scoprire pagine di storia veramente inedite, narrate non con astrazioni ma attraverso chi concretamente le visse.Â
La rubrica è stata definita da qualcuno «quasi un elzeviro», per le curiosità che riporta e i punti che chiarisce. Una di queste annate, il 2002 per l’esattezza, è stata raccolta pari pari in volume. Con la prefazione di Mario Cervi.
Nel 1796, all’approssimarsi dell’invasione napoleonica, nello Stato Pontificio più di centoventi immagini sacre si produssero in miracoli. Nella sola città di Roma, quasi tutte le «madonnelle stradarole» cominciarono a muovere gli occhi sulla gente. Tutto cominciò ad Ancona, e pare che il prodigio abbia avuto un testimonial d’eccezione: lo stesso Napoleone. Su questa «ondata di miracoli» indagata anche dallo storico Renzo De Felice, che durò più di un anno, si è steso poi un velo di silenzio. Malgrado le inchieste e le centinaia di migliaia di testimoni oculari. Anche atei, giacobini, turchi, videro e testimoniarono con deposizione giurata. Rino Cammilleri è andato a cercare i documenti di questo fatto unico nella storia della Chiesa e poi ne ha discusso con Vittorio Messori nell’ultimo capitolo. Con rivelazioni sorprendenti che passano anche per Nostradamus. Più di trentamila copie vendute finora.
Ovvero: una lettera dall’Inferno, scritta da un’anima dannata e inviata a uno qualsiasi. Si descrive non tanto come si sta da quelle parti ma quanto sia facile andarci.Â
Quella di Milano è la diocesi più grande d’Italia e, se non ricordo male, anche del mondo. E’ speciale anche per il suo rito liturgico detto «ambrosiano», con calendario diverso da quello in uso nel resto della Chiesa.Â
Avremmo potuto intitolare questo libro così: il cervello cattolico più lucido del secolo scorso. Ma non avrebbe reso l’idea, perché Juan Donoso Cortés fu molto di più. Egli fotografò quel che stava accadendo nel XIX secolo, e soltanto lui ne fu capace. Superiore, e di molto, alle menti più acute del suo tempo, sia cattoliche che laiche, può essere paragonato a calibri come Toqueville e De Maistre.Con, in più, una stupefacente capacità di analisi e di previsioni che sfiorò lachiaroveggenza. Egli previde il matrimonio della Russia col socialismo in un tempo in cui neanche il liberalismo sembrava dovesse avere un futuro certo (Donoso morì nel 1853). Intuì l’avvento del globalismo, della tecnocrazia; addirittura della guerra civile spagnola. E fu lui a organizzare in stringati sillogismi le idee portanti del Sillabo.
Capitano dell’artiglieria piemontese, decorato nella terza guerra d’indipendenza, veterano di Custoza, fu sfidato a duello da un collega perché cattolico (e perché si era rifiutato di partecipare alla breccia di Porta Pia). 


